Viaggio della Memoria e del Ricordo, anche nel 2025 sono partiti da Latina 122 studenti per NON dimenticare
L’assessore alle Politiche giovanili Andrea Chiarato e l’assessore all’Istruzione Francesca Tesone intendono organizzare, anche per quest’anno, il Viaggio della Memoria e il Viaggio del Ricordo. Quest’anno partiranno, in totale, 122 studenti e 24 docenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado degli istituti comprensivi di Latina. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi e approfondire gli aspetti dell’Olocausto e della tematica delle Foibe per mantenere vivo il ricordo nelle nuove generazioni.
“L’esperienza dello scorso anno – afferma l’assessore Chiarato – è stata indimenticabile: dopo il Viaggio della Memoria e il Viaggio del Ricordo abbiamo ospitato in aula consiliare gli studenti per per ringraziarli di aver colto l’importanza di una simile esperienza. I giovani hanno anche potuto rivolgere le loro domande a Sami Modiano, cittadino onorario di Latina e sopravvissuto all’Olocausto. Intendiamo replicare questa esperienza di crescita e partecipazione, aumentando anche il numero dei ragazzi che partiranno insieme a noi amministratori”.
“Anche per l’esperienza del 2025 – continua l’assessore Tesone – l’amministrazione comunale ha stanziato una cifra complessiva di 15mila euro, volta a ridurre le quote di partecipazione nell’ottica di rendere gli studenti ambasciatori della città, per affidargli il compito di essere testimoni di pace. Il primo itinerario comprenderà la visita a Berlino e al Campo di concentramento di Sachsenhausen, mentre il secondo a Trieste, alla Foiba di Basovizza e alle città di Fiume e Zara. Abbiamo pubblicato un’indagine di mercato per il servizio di organizzazione dei viaggi e le ditte interessate dovranno rispondere con programma dettagliato e preventivo entro il 9 novembre, data in seguito alla quale avanzeremo la richiesta di partecipazione alle scuole”.
Giorno della Memoria, gli studenti di Latina in visita al campo di concentramento di Sachsenhausen
Questa mattina i 55 studenti di Latina, partiti ieri per il Viaggio istituzionale della Memoria, voluto per il secondo anno consecutivo dall’ammirazione comunale guidata dal sindaco Matilde Celentano, hanno fatto visita al Campo di concentramento di Sachsenhausen, situato a circa un’ora da Berlino.
Con loro, una delegazione di docenti (composta da Ubaldo Corsi, Raffaella Pirozzi, Francesco De Marchis, Patrizia De Rosa, Claudio Cassandra, Francesco Mollo, Maddalena Rossi, Valeria Siciliano, Mariateresa Bernardini, Maria Luisa Masullo e Loredana Gallo) in rappresentanza degli istituti comprensivi “Vito Fabiano”, “Natale Prampolini”, “Torquato Tasso”, “Don Milani”, “Giovanni Cena”, “Alessandro Volta”, “Leonardo da Vinci”, “Frezzotti-Corradini”, “Giuseppe Giuliano”, “Emma Castelnuovo” e “Falcone e Borsellino”, l’assessore alle Politiche giovanili Andrea Chiarato, l’assessore alla Pubblica istruzione Francesca Tesone e il presidente della commissione consiliare Cultura Claudio Di Matteo.
“La visita di oggi al campo di concentramento di Sachsenhausen – ha riferito l’assessore Chiarato – è stata un’esperienza potente e formativa che ci ha permesso di capire in profondità la brutalità della dittatura. Prima di entrare una studentessa di Borgo di Sabotino ha letto la lettera originale del bisnonno deportato e morto in un campo dì concentramento creando commozione in tutti. A Berlino i ragazzi sono entrati nel Museo Ebraico uno dei musei più importanti della città. L’architettura stessa, progettata da Daniel Libeskind, è simbolica e carica di significato. Il museo racconta la storia della comunità ebraica in Germania, dall’antichità fino ai giorni nostri”.
“Nella giornata di ieri – ha raccontato invece l’assessore Tesone – i ragazzi hanno avuto modo di entrare all’interno del Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa, noto anche come Memoriale dell’Olocausto. È un luogo di riflessione con un’installazione evocativa di blocchi di cemento.
Domani ci sarà la visita al Museo della DDR del Terrore, situato nei pressi di Checkpoint Charlie. Il museo si trova dove avevano sede le SS e la Gestapo. Oltre alla documentazione sulla persecuzione degli ebrei i ebrei e gli oppositori del regime nazista, qui si racconta la brutalità della macchina da guerra del Terzo Reich”.
“Il Viaggio della Memoria di quest’anno – ha fatto sapere il consigliere Di Matteo – prevede anche la visita al famoso Checkpoint Charlie, il posto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest durante la Guerra Fredda. Concluderemo questa esperienza con la visita al Museo del Muro di Berlino, che racconta la divisione della città e le storie di fuga dal regime comunista”.
Grande commozione al Magazzino 26 (ex 18) al porto vecchio di Trieste: città, porto e magazzino condividono una storia che si intreccia con una stretta connessione con l’esodo istriano-giuliano-dalmata, condividono una storia comune, talvolta drammatica e conflittuale, come quella rappresentata dalla fuga collettiva e forzata di molti italiani residenti in quello che sarebbe diventato territorio Jugoslavo. Gli esuli furono costretti ad abbandonare le proprie case a seguito della sconfitta italiana nella seconda guerra mondiale e dei pesanti accordi di pace.
L’emigrazione forzata iniziò in seguito alle redistribuzioni territoriali del trattato di Parigi del 1945 causando un afflusso incessante di persone al porto di Trieste e nella città. Gli esuli portavano con sé il poco di cui disponevano, oggetti che oggi potrebbero apparire come cianfrusaglie, ma che all’epoca per loro rappresentavano i resti di tutta una vita abbandonata in fretta e furia verso una direzione ignota, frutto di una scelta che per giunta non avevano neppure compiuto di loro spontanea volontà.
I ricordi si sono susseguiti al Centro di raccolta profughi padriciano che si trova nell’entroterra triestino tra Opicina e Basovizza. Progettato come campo per le forze armate anglo – americane, dal 1948 al 1976 fu utilizzato per dare rifugio agli esuli italiani provenienti dai territori istriani e dalmati ceduti dall’Italia alla Jugoslavia. Infatti, fu proprio attraverso la trasformazione di vecchi campi per internati e prigionieri di guerra, caserme, scuole, in centri di accoglienza che l’Italia rispose, su tutto il territorio 4 nazionale, all’emergenza rappresentata dai circa 350.000 esuli. Dal 2004 Padriciano è sede della mostra permanente Centro Raccolta Profughi. Per una storia dei campi profughi istriani, fiumani e dalmati in Italia allestita dall’Unione degli Istriani. È prevista, in quella sede, la visione di un filmato d’epoca sull’esodo da Pola e l’incontro con una testimone.
Giunti a Fiume passeggiando per la città, gli studenti hanno percepito le forti radici italiane della città, in particolare il Palazzo del Governatore che sorge in posizione elevata rispetto al centro storico cittadino fu la sede di Gabriele D’Annunzio. Arrivati a Zara, da subito si è constatata l’impronta che per secoli ha lasciato la serenissima Repubblica di Venezia dall’effigi del Leone alata di San Marco sulle porte incastonate nei bastioni e dall’architetture dei luoghi culto come
la Cattedrale di Santa Anastasia e la Chiesa di San Donato, una città che aveva una forte identità italiana, come dimostrato nei moti del 1848 e durante le guerre d’indipendenza, proprio per questo pagò il prezzo più grande durante il secondo conflitto mondiale quando fu quasi totalmente rasa al suolo da 600 tonnellate di bombe sganciate dagli angloamericani. Fu una delle città italiane che soffrì il maggior numero di morti in percentuale sul totale della popolazione, circa il 10% dei residenti, nonostante non fosse un obiettivo militare significativo ai fini del conflitto a cui seguì l’esodo pressoché totale della popolazione italiana superstite alla quale fu tolto tutto dalla dittatura comunista instaurata nell’ex Jugoslavia dal Maresciallo Tito.
A Zara non c’erano le foibe come in Istria, così la gente spariva nelle cosiddette “foibe d’acqua”, affogata nel mare con una corda al collo legata ad una pietra. Zara, 25mila abitanti, fu la prima delle città adriatiche a vivere l’esodo di massa ed oggi il suono dell’Organo marino sembra voler ricordare tutte queste anime d’Italiani scomparsi nel mare che bagna la costa della Dalmazia.
Raggiunta Basovizza, i ragazzi hanno fatto visita alla foiba dichiarata monumento nazionale nel 1992, da poco restaurata e fornita di un attiguo nuovissimo centro di documentazione. Rappresenta, non solo l’altare sacrificale di tanti innocenti, ma anche il simbolo dei drammi che hanno segnato le vicende del confine orientale al finire del secondo conflitto mondiale. Nel 2007 il sito è stato restaurato ed un monumento è stato posto a ricordo delle oltre 2000 vittime ipotizzate, scomparse nel maggio-giugno 1945, durante l’occupazione jugoslava della Venezia Giulia, in parte a Basovizza e in parte nelle foibe circostanti (foiba di Monrupino, abisso Plutone – Gropada).
“Con orgoglio – afferma l’assessore Andrea Chiarato – per il secondo anno consecutivo l’amministrazione comunale ha consentito agli studenti della nostra città di conoscere un pezzo di storia ancora troppo poco conosciuto e sul quale spesso si cala un colpevole velo di silenzio, nonostante sono passati più di vent’anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo con la legge 92 del 2004, per conservare e rinnovare la memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
Quest’anno abbiamo inserito anche la tappa di Zara che, se per molti ragazzi prima di partire il nome al massimo ricordava un marchio di moda, oggi dopo il viaggio rappresenta una città dove tra annegati, fucilati, lapidati, impiccati, altre centinaia di italiani di questa città e dintorni si aggiunsero ai migliaia che erano morti sotto i bombardamenti. Il recente deplorevole atto vandalico compiuto compiuto al Monumento Nazionale di Basovizza ci fa comprendere quanto, ancora oggi, il negazionismo sia molto forte in determinate aree geografiche ed il fatto che il Comune di Latina sia uno dei pochi in Italia ad effettuare il Viaggio del Ricordo deve far riflettere tutta la classe politica se si stia facendo abbastanza per diffondere la conoscenza di questi tragici eventi ai nostri giovani”.“Le sensazioni che i ragazzi ci hanno trasmesso durante questo Viaggio del Ricordo da loro vissuto con interesse, intensità e partecipazione – aggiunge il presidente Mario Faticoni – ci dimostrano che la direzione intrapresa con queste iniziative dal Comune di Latina è quella giusta. Sicuramente rifinanzieremo i due viaggi istituzionali anche per il prossimo anno, cercando di aumentare, per quelle che sono le nostre possibilità, il contributo finanziario che il Comune di Latina ha dato negli ultimi due anni, convinti che non esistono investimenti migliori di quelli fatti per i giovani”.
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